WOMAN

 Brucia in fretta l'esordio di questi 4 brutti ceffi travisati sotto un moniker al femm|n|le (come sembra andar di moda, ultimamente). Sono newyorchesi, escono per una delle etichette piu lerce del pianeta (la basca Bang!) e dietro al bancone siede Martin Bisi. Vi si sono drizzate le antenne? Bene, siete sulla strada giusta per diventare estimatori dello sporco swamp- noise- blues di Brett Schultz (voce, chitarra), Kristian Brenchley (chitarra, voce) Skeleton Boy (basso) e Alex Velasquez (batteria), noti come Woman ma che di femminile hanno veramente poco.
Genere Infatti mai definizione fu piu esatta come quella autoapplicata dal quartetto al proprio sound: mano a mano che ci si addentra nel disco si ha realmente la sensazione di scivolare in una sacca di sabbie mobili; i suoni si impastano, le atmosfere si scuriscono, l'aria comincia a saturarsi sino a diventare irrespirabile. E sotto sotto, in fondo a quella melma ecco uscire fuori, rigurgitato owiamente, tutto lo scibile rumoroso di NYC, prossimo e remoto: blues deforme e cacofonia noise alla Pussy Galore, rock maltrattato e paranoia urbano- esistenziale alla Swans, asperita chitarristiche e gusto per l'osceno alla Unsane.  C'e pero poca violenza in senso stretto, quanto una perenne disperazione nelle ossessioni su pentagramma dei quattro: prova ne siano i rimasugli sludge della conclusiva Icy Drone in cui confluiscono le scorie radioattive e gli avanzi indigeribili del suono targato NY. Decisamente un ottimo esordio.
(7.0/ 10)
Stefano Pifferi